Aria nuova per la scuola
Prendiamo atto con soddisfazione delle scelte fatte per la scuola nel pacchetto "L'Istruzione riparte" inserito nel Decreto Scuola. Da troppo tempo ormai sentivamo coniugare altisonanti affermazioni di principio sul valore della cultura e sul ruolo dell'istruzione per il rilancio economico del nostro Paese regolarmente seguite da interventi di taglio agli investimenti. Il decreto costituisce invece un segnale importante in quanto interviene su aspetti che incidono sull'efficacia del sistema seppure con tutti i limiti della situazione attuale.
In particolare sara' definito un piano triennale per l'immissione in ruolo del personale docente, educativo ed ATA- negli anni scolastici 2014/2016 e, per garantire continuita' di insegnanti agli alunni disabili, viene autorizzata l'assunzione a tempo indeterminato di oltre 26.000 docenti di sostegno.
Quanto ai libri di testo, ci si muove su una logica che abbina il risparmio all'innovazione l'adozione dei testi scolastici diventa facoltativa; i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materiali confermando cosė ipotesi da tempo in discussione.
Troviamo anche misure volte a favorire il welfare studentesco (borse per trasporti e mensa, accesso al wireless a scuola), misure per contrastare la dispersione scolastica, per recuperare il ruolo dell'orientamento, oltre a investimenti sulla formazione dei docenti.
Naturalmente sia per l'entita' degli stanziamenti sia per i tempi previsti e per la quantita' dei problemi aperti, questo a' solo un avvio. Altri interventi dovranno essere realizzati in tempi brevi, a partire dalla ridefinizione degli Istituti Tecnici e Professionali che con i nuovi piani di studio vedono rafforzate le materie teoriche mentre non vengono potenziati i laboratori e i rapporti con il mondo del lavoro, un nodo difficile e delicato del nostro sistema scolastico e formativo, da sempre poco collegato alla cultura del mondo del lavoro.
Pur con tutti i limiti che possono essere rilevati, diamo atto alla ministra di essersi davvero impegnata per riportare l'istruzione al centro dell'agenda politica,come lei stessa aveva dichiarato. Da troppo tempo scuola, universita' e ricerca sono stati il centro solo di tagli e riduzioni. Consideriamo quindi questo decreto come un segnale di inversione di tendenza, un richiamo a guardare alla scuola come ad un investimento e non ad una spesa e gia' questo determina quel clima politico positivo cui il sottosegretario Rossi Doria, in un'intervista a La Stampa, attribuisce un forte rilievo.
Infine, rileviamo come sia anche questo un modo per attuare la Costituzione che fa del diritto allo studio un cardine del sistema democratico.
Speriamo che nuove perturbazioni di una perversa meteorologia politica non ci riportino indietro.
10 settembre 2013